GIVI Magazine - Marzo 2009

24 magazine per poi raggiungere il Lago Lungo e il Lago Bruno. Arrivati ai Piani di Praglia, chi vuole qualcosa di meglio di un panino per mangiare può ricorrere ai ristoranti della zona. Proseguendo sul- la strada asfaltata un paio di chilometri dopo l’inizio del sentiero, si trovano ben due locali e aree attrezzate. Il primo, e più visibile, è la trattoria La Chëlinna e, poco più avanti, proseguendo per settecento metri in una diramazione laterale sulla destra, il Ristorante Pino. Siamo quasi arrivati all’ultima parte del nostro percorso in moto. L’ul- tima tappa è il Santuario di Nostra Signora della Guardia in cima al monte Figogna, la cui storia inizia il 29 agosto 1490 con l’apparizione della Vergine a un pastore. L’attuale complesso è però ottocentesco, ma merita una visita anche per la vista che offre sulla valle e sul mare. Ora ci attende “Zena”, o Genova, con la Lanterna e i suoi caruggi: non vediamo l’ora di arrivare e concederci una cena da Maxila (a base di carne) oppure alla Trattoria da Nanni (pesce). Il nostro suggerimento, se siete a Genova e volete perdervi, è di giron- zolare naso all’aria nei caruggi della città, visitando la zona dei Palazzi dei Rolli, dove si trovano quarantadue edifici costruiti tra il Cinque- cento e il Seicento, appartenenti alle nobili famiglie della Repubblica. Si trovano in Strada Nuova e Strada Nuovissima, ovvero le attuali via Garibaldi e via Cairoli, oggi patrimonio dell’UNESCO grazie ai loro me- ravigliosi palazzi. Genova si visita tranquillamente a piedi e la moto potete lasciarla al sicuro in uno dei garage sotterranei della città. I ROLLI DI GENOVA I rolli - termine derivato dalla parola rotoli - vennero costituiti a partire dal 1576 su disposizione del Senato della Repubblica aristocratica rifondata dal principe e ammiraglio Andrea Doria, che attraverso la sua riforma costituzionale aveva instaurato il dominio oligarchico e il conseguente inserimento della sovranità genovese nell’orbita della Spagna. La minuziosità con cui i Rolli furono ideati e compilati solo pochi de- cenni dopo la grande ristrutturazione urbanistica decisa da Doria - che riguardò in particolare fra il 1536 ed il 1553 le mura trecentesche - costituisce ancora oggi una precisa e documentata testimonianza di quella che fu la Genova del “Secolo d’oro”. Il fastoso percorso di via Garibaldi (strada Nuova del secolo XVI) sbocca a ponente nella Via Cairoli/Strada Nuovissima (secolo XVIII) che è attigua alla storica Via Lomellini, dove meritano una sosta il Museo del Risorgimento (Casa di Giuseppe Mazzini) e il complesso barocco della Chiesa e Oratorio de- dicato a San Filippo Neri. Superata Piazza della Nunziata, caratteriz- zata dalla scenografica Basilica della SS. Annunziata del Vastato che è spettacolare per ampiezza, tesori d’arte e decori, ecco che si apre allo sguardo la prospettiva monumentale di Via Balbi (secolo XVII); giusto a metà di questa famosa strada è situato il Palazzo Reale, già Balbi Durazzo, prezioso e accogliente Museo Nazionale. Scendendo lungo il mare arriviamo tra i caruggi verso il Porto Antico, il monumentale ingresso a Genova dal mare, in un percorso che costeggia l’antico approdo del Mandraccio e si snoda sulle pendici del colle di Castello, per vie lunghe e strette impreziosite da sorprendenti dimore storiche e da case-torri, fino a raggiungere la Cattedrale. Così apparve la città all’imperatore Carlo V quando nel 1529 si recò a Genova per incontra- re Andrea Doria. Attraverso questo dedalo di vie Carlo V e il suo corteo raggiunsero Pa- lazzo Ducale, oggi sede di mostre e vernissage impor- tanti. il nostro itinerario I Laghi del Gorzente. Fanno parte del bacino artificiale della riserva idrica dell’Acquedotto di Genova. Le loro acque attraversano l’Appennino all’interno di una galleria ed arrivano alla centrale idroelettrica di Gallaneto dopo un salto di 352 m.

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