GIVI Magazine - Marzo 2009
31 “Con GIVI abbiamo fatto una al mare in pullman per i 30 anni. E’ stato bello passare il tempo con i colleghi senza parlare di lavoro. Poi abbiamo le cene aziendali: prima delle vacanze e a Natale. Andiamo al ristorante. Il signor Visenzi non manca mai. GIVI ci ha offerto anche corsi di formazione. Ho tentato di imparare l’ingle- se, studiavo fino alle tre di notte ma non sono portata. Ultimamente mi sto prendendo qualche soddisfazione: il signor Visenzi in persona mi ha consegnato una targa con parole mol- to importanti, ha detto che me la meritavo perché ho dato tanto all’azienda. Mi ha portato in palmo di mano. Come si svolge la giornata in GIVI? Avete una mensa? “C’è una cucina dove si può mangiare insieme. Le mamme con bambini piccoli hanno orari ridotti. GIVI è attenta alla famiglia e ai suoi bisogni. Dopo la morte di mio marito sono caduta in depres- sione e stavo bene solo qui, entravo in GIVI e non pensavo più a niente. Così piano piano ne sono uscita, ho ripreso i contatti con vecchi amici e oggi vado a ballare.” Liscio? “Liscio e fox trott. Ho cominciato a frequentare una scuola per conoscere gente e mi sono appassionata”. Oltre al lavoro e al ballo, quali sono i suoi interessi? “Non ho tempo di leggere i giornali, né di vedere la tv. Al cinema non mi piaceva andare perché si fumava e mi dava fastidio, poi quando mio marito non è stato bene, non potevamo uscire la sera perché era sempre molto stanco. Prima andavamo a sciare insie- me. Adesso il ballo mi basta.” Nemmeno un attore preferito? “Brad Pitt!” Che cosa si aspetta dalla vita? “Mi sono sposata a vent’anni. Non sono pentita. Lo rifarei. A quel tempo l‘educazione era severa, i giovani non avevano libertà. Cer- to, come ho detto, comincio a essere un po’ stanca. A 60 anni vorrei andare in pensione. Tutto finisce prima o poi. Ma so che qui in GIVI avrò sempre degli amici”. Il ricordo più bello in azienda? “I primi anni: me la sentivo mia. Ancora oggi a volte i colleghi mi dicono: “Guarda che non è la tua’”. Ha mai chiesto un aumento? “Mai, me lo hanno sempre offerto e quello che mi proponevano mi andava bene, non ho nulla da ridire su questo”. Lena, e ora che c’è la crisi? “Bisogna tirarsi su le maniche e lavorare di più!”.
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