GIVI Magazine - Marzo 2009

6 magazine le interviste di Annalia Martinelli GIOCARE D’ANTICIPO Presidente, come le venne in mente questo marchio? “Volevamo un nome semplice, ma incisivo, facile da pronunciare e da ricordare e pensammo alle mie iniziali: GI VI. Infatti, suona bene, è ben riuscito. La prima valigia che sviluppammo fu la E34 e ‘vide la luce’ nel 1979. Il fondatore dell’ “azienda delle valigie e dei caschi per le moto” ci riceve nella sua stanza al 1° piano dello stabile che ospita uffici e centro studi e design, a Flero, 4 o 5 chilometri da Brescia. Mr Visenzi ci viene incontro amabile sulle scale; vestito sportivamente, in pullover, sembra di passaggio tra una gita in moto e l’altra. Invece, se gli chiedi che cosa fa quando non lavora, se ha un hobby, ti rispon- de senza esitazione “il lavoro! A parte una barchetta a vela sul lago.” Questa è una delle rare interviste rilasciate in trent’anni di attività. L’uomo è di poche parole, ma di gesti e fatti molto incisivi. Mai ca- suali, come capita ai motociclisti veri quale rimarrà lui, con tanto di medaglia d’argento ai Mondiali del 1969, a 28 anni, “con una Yamaha 350”, precisa fiero. Giuseppe Visenzi, insomma, è uno che sa che per una svista di un secondo, si può morire “e oggi – sottolinea - in moto bisogna stare molto attenti, perché c’è tanto traffico e soprattutto le donne, quando sono ferme agli incroci guardano sempre dalla parte sbagliata”. Maschilista? No, non si direbbe. In azienda tra i suoi fedelissimi ci sono donne e uomini. E GIVI Italia presto sarà nelle mani sia del fi- glio Vincenzo sia della figlia Hendrika, “io, infatti, – precisa- mi voglio dedicare alle filiali estere, che ho curato con passione. GIVI è in tutto il mondo dalla Nuova Zelanda alla Russia, dall’Australia al Sudafrica, all’Asia. In Malesia, grazie a una operazione di merchandising, è il marchio del made in Italy per eccellenza. Anche in Brasile 15 anni fa abbiamo avviato una joint venture di notevole successo”. Sulla sua scrivania, in primo piano, c’è un saggio dal titolo “Fare af- fari in Cina”. Più chiaro di così! “Sì, la Cina è interessante. Ci siamo già stati, ma era troppo presto. Adesso abbiamo richieste che stiamo valutando”. Lei ha sempre giocato d’anticipo? “In moto è il segreto per salvarsi. Prevedere gli errori degli altri”. E portare attrezzature sicure è importante? “Certo, bisogna affidarsi a brand conosciuti, di fiducia. In Italia, per chi va in moto, non siamo più di 4 o 5”. Anche a chi non è un patito del genere, GIVI comunica sicurezza e solidità, con il reparto ricerca e sviluppo, l’area per l’impact test dei caschi, gli scaffali con tutti i modelli creati nel tempo. GIVI è tra le rare aziende italiane a poter vantare anche dei brevetti, come “il sistema di fissaggio e di ancoraggio del bauletto alla pia- stra”, ci spiega più tardi Renato Maccarinelli, un tecnico che lavora con Giuseppe Visenzi dal 1978: “Era l’uovo di Colombo, ma cambiò la vita dei motociclisti semplificando l’uso del bauletto. Per il futuro, siamo impegnati a semplificare l’uso dei caschi.” Semplificazione, un’altra parola chiave in GIVI. Perfino la crisi, per Visenzi, non è un dilemma. Si è fermata alle porte di Flero, presidente? “Quest’anno chiudiamo in crescita, ma il 2009 sarà duro. Poi, però, passerà. Tutte le crisi passano. L’importante è tenere. E saper affron- tare il cambiamento”. Beh, questo è il problema! Qual è la sua strategia? “Dobbiamo fare i conti con il mondo, bisogna darsi da fare, essere efficienti e flessibili, non arroccarsi sulle posizioni acquisite”. Il nostro Paese ne sarà capace? “Gli italiani sanno risparmiare e devono continuare a farlo, ma biso- gna anche stimolare i consumi altrimenti la macchina si ferma, non ci sono soluzioni. E le aziende devono ridurre i costi, sacrificando la marginalità. Noi abbiamo raggiunto limiti impensabili, ma l’importante è non fermarsi. Io mi dico: se riesco a far girare la moto senza perdere Farsi raccontare la GIVI dal suo Presidente è sempre stata impresa ardua. Questa volta però l’abbiamo messo all’angolo. In esclusiva per il nostro Magazine ecco il “Visenzi pensiero”.

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