GIVI Magazine - Novembre 2010 - ITA
15 andate pure” - rispose la Regina - “ma ricordate, e tenete bene a mente, di tornare alla grotta prima dell’alba. Che nessun raggio di sole vi sorprenda per strada...”. Le fanciulle, prese dall’entusiasmo, non si accorsero delle prime luci dell’alba così sorprese e impaurite, se ne andarono frettolosamente verso la grotta lasciando dietro di loro una scia più chiara che ancora oggi si distingue sul dorso della montagna. La gente la chiama il “cammino delle fate”. IL LAGO DI PILATO - Altra leggenda di questi monti è quella legata alla figura di Ponzio Pilato: sotto la cresta del Monte Vettore nella parte occidentale a 1940 metri di altitudine si trova il Lago di Pilato. La più antica leggenda lo descrive come un luogo, che fin dalla notte dei tempi, era consacrato ai diavoli che vi abitavano e nessuno poteva avvicinarsi eccetto i negromanti. Si narra anche che l’imperatore romano Tito Vespasiano, dopo aver distrutto Gerusalemme, portò con sé nella Città Eterna Pilato, facendolo uccidere. Pilato prima di morire, chiese all’Imperatore che il suo cadavere, posto su un carro trainato da buoi, fosse lasciato in balia della sorte. L’Imperatore accondiscese. I buoi trafelati, giunsero fino ai Monti Sibillini e qui si tuffarono nelle onde rosseggianti del lago e il corpo di Pilato scomparve per sempre. GOLE DEL FIASTRONE - LAME ROSSE - GROTTA DEI FRATI - Dall’azzurro Lago del Fiastrone, dove si specchiano le alte cime dei monti circostanti, il sentiero risale verso le suggestive Lame Rosse, stupefacente fenomeno di erosione provocato dalla acque meteoriche, prosegue quindi in lieve discesa verso la Grotta dei Frati, con l’eremo dei monaci Clareni, risalente all’anno mille. L’Eremo è arroccato sopra le impressionanti Gole del Fiastrone, scavate dal torrente, nel corso dei secoli, che si raggiungono attraverso un’erta discesa. Percorrendo le gole, talora completamente invase dal torrente, si ritorna alla Diga di Fiastra da dove si è iniziato l’itinerario. FRONTIGNANO - PASSO CATTIVO - EREMO DI SAN LEONARDO - GOLE DELL’INFERNACCIO - RUBBIANO - L’Infernaccio! Una gola scivolosa e impenetrabile, che mai nessuno prima del 1820 aveva osato attra- versare. Il percorso naturale del fiume Tenna che oggi osserviamo non è quello originario; infatti dal versante della Sibilla, una frana ostruì tutta la gola, costringendo le acque a procurarsi un nuovo passaggio abbandonando quello che per millenni avevano scavato. Il letto era quello dove oggi si inerpica la mulattiera e il fiume scorreva molto abbondante tra le strettissime pareti scivolose impossibili da superare. Oggi si può percorrere quel tratto senza problemi: un muraglione costeggia il Tenna fino alle “Muline” un luogo dove i monaci avevano costruito un piccolo mulino per macinare i frutti del loro lavoro. E’ una delle gole più spettacolari di tutto l’Appennino. Passarci attraverso ti toglie il respiro; le montagne si sfiorano ed ad un certo punto lasciano veramente poco spazio per passare quasi volessero avvertirti che volendo potrebbero chiudere il passaggio in qualsiasi momento. La Piana di Castelluccio. Pian Grande e Pian Piccolo che in primavera si riempiono di fiori dagli splendidi colori
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