GIVI Magazine - Giugno 2011
cominciato a guidare mi sono resa conto che c’erano poche ragazze mo- tocicliste ed era difficile reperire informazioni. Facevo fatica anche a legge- re le riviste specializzate, che mi sembravano troppo tecniche, e decidere quale moto comprare era un’impresa. Cercavo un sito entry level, ma non l’ho trovato, figuriamoci qualcosa dedicato alla donna, non c’erano nem- meno immagini di motocicliste. Così, ho dovuto fare esperienza da sola e poi, ho sentito il bisogno di comunicare alle altre le mie scoperte”. Era una questione relativa ai ruoli maschio/femmina? “Sì, certo, la moto, in Italia, storicamente e culturalmente, è un mezzo maschile. E Motocicliste.net vuole proprio dare l’opportunità di scoprire che molte delle attività ad esso legate sono alla portata di ogni donna. Soprattutto quelle che si muovono poco da sole, la moto rappresenta la possibilità di viaggiare decidendo in autonomia la meta e il ritmo. Le ragazze che partecipano a uno dei nostri corsi senza avere mai praticato il motociclismo, tornano a casa non solo con la capacità di guidare, ma anche con una nuova fiducia in loro stesse. E siccome i simboli sono importanti, sul sito abbiamo pubblicato foto di donne comuni in moto: vogliamo dire che non siamo delle wonder woman, non siamo una razza aliena. Per me, andare in moto è semplicemente un atto concreto di libertà e indipendenza”. C’è stata un’evoluzione nel modo di percepire le motocicliste? “Individuo due passaggi: fino a oltre 15 anni fa, le donne che andavano in moto erano viste come maschiacci. In parte era per il look e il tipo di abbi- gliamento che dovevano indossare, dato che non esistevano capi tecnici da donna; in parte era perché le moto erano pesanti e dure da guidare e richiedevano molta forza. Poi c’è stata una fase con moto più leggere, facili e sicure da guidare, ed è nato un abbigliamento più femminile, per tagli e colori. Così è cambiato l’approccio delle donne alla moto: per la prima volta avevano veicoli adatti e abiti che le potevano rendere attraenti. Ma c’era il rovescio della medaglia: la ragazza al manubrio passava per una che voleva farsi notare, essere al centro dell’attenzione. Io credo che questa immagine non corrispondesse sempre alla realtà. Si trattava di ra- dicalismi. Secondo i dati ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, del 2007 le donne valgono il 7% del mercato motociclistico complessivo italiano. Credo che la tendenza sia in aumento. Già allora rappresentavano il 32% nel mercato ciclomotori 50cc. e oltre il 15% in quello dello scooter oltre 50cc. Oggi le dinamiche della mobilità urbana hanno portato molte donne (lavoratrici, mamme, studentesse...) a scegliere lo scooter come mezzo di trasporto. Tuttavia poche di queste diventeranno proprietarie di moto. La differenza nella filosofia di guida con chi ha uno scooter è marcata, come fra gli uomini. Inoltre le donne alla guida dello scooter sono molto più accettate. Cosa vogliono le donne motocicliste oggi? “Il primo obiettivo, quello di trovare moto basse e leggere, è stato raggiun- to, le case hanno iniziato a produrne; ma c’è ancora un problema legato alla particolarità del mercato italiano: in Francia c’è molta richiesta di 250 e 350cc, a differenza degli appassionati italiani che prediligono tanta coppia 27 Magazine - Giugno 2011 nelle foto un momento dell’inaugurazione di MotòBistrò e, nell’altra pagina, lo spazio GIVI all’interno dello store con caschi, borse e tanti accessori utili, come il seggiolino per bambini S650, apprezzatissimo dalle mamme scooteriste. guarda le altre foto
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