GIVI Magazine - Novembre 2011

33 Magazine - novembre 2011 TAGO, ICONA PER RICAMBI E ACCESSORI  Entriamo in uno dei negozi moto più noti di Milano, punto di riferimento storico per gli appassionati e rivenditore GIVI da sempre. A gestirlo, con grande passione e professionalità è Franco Tago e la sua famiglia. Undici vetrine in via Roggia Scagna a Milano, 1.000 mq tra negozio e magazzino, oltre trent’anni di storia: Tago Ricambi è una vera e propria istituzione. Serve clienti privati e rivenditori con uno stile che nel tempo ha creato legami forti e decennali, fedeltà quasi mitiche nella nostra epoca caratterizzata invece dal cambiamento, da rapporti effimeri o comunque provvisori. Rapporti di fiducia instaurati con chi entra per fare acquisti, ma anche con dipendenti e fornitori. Tra questi ultimi, un legame particolare con il marchio GIVI. Anche per questo siamo andati a conoscere da vicino questa straordinaria realtà. L’appuntamento è alle 18,30, dopo la chiusura, “Perché altrimenti c’è troppa gente e temo di non riuscire a parlarle con la dovuta calma”. Ci riceve il fondatore, tuttora alla guida dell’attività, Franco Tago, 60 anni, 3 figli e un matrimonio che dura, pure quello, da oltre 35. Franco tiene subito a raccontare soddisfatto: “Con GIVI abbiamo un rapporto di affetto! Conoscevo e stimavo Giuseppe Visenzi come campione e poi l’ho apprezzato come imprenditore. A lui va il merito di aver avuto il coraggio di buttarsi a capofitto nel mercato degli accessori, quando questo settore quasi non esisteva.” Franco Tago e Giuseppe Visenzi: due precursori? “Si, in un certo senso abbiamo innovato il settore. Agli inizi, la mia attività consisteva esclusivamente nella vendita di ricambi. Il settore moto era assai differente da quella odierno, e gli utenti erano sostanzialmente di due tipi: quelli che usavano la moto come mezzo di trasporto e gli appassionati della velocità. Visenzi ha puntato invece su un’altra categoria di motociclisti: i mototuristi” Quindi Tago Ricambi ha funzionato da “centro pilota per le idee innovative di GIVI e di altri”? “Certamente, e nel mercato siamo ancora considerati così. Le aziende fornitrici credono in noi e ci affidano dei prodotti da testare, mentre i clienti motociclisti si fidano delle nostre scelte.” Quali prodotti proponete attualmente? “GIVI è uno dei marchi con cui facciamo più volume e più servizio. E’ il nostro fiore all’occhiello. Abbiamo garantito visibilità al marchio, predisponendo un’ampia area espositiva attraverso la quale la clientela è in grado di visionare tutta la gamma. Abbiamo puntato molto su questo marchio poiché ha prodotti ottimi e affidabili, prezzo proporzionato, brand affermato e conosciuto ed un servizio post-vendita praticamente perfetto”. Qual è secondo lei il prodotto più bello? “I bauletti di ultima generazione, sono particolarmente comodi ed eleganti. Il concetto che vedeva il top case come elemento peggiorativo per l’estetica del proprio mezzo si sta allontanando insomma” E il casco che va di più? “Il modulare e i demi jet 10.4 e X.05 “. Franco ci ricorda che tutti i componenti della sua famiglia indossano caschi GIVI. In particolare, il figlio Andrea, testando il prodotto sulla sua Triumph 1050, è rimasto molto soddisfatto del modulare in termini di calzata e versatilità. Andrea affianca il papà nella gestione dell’azienda, la sorella Elena segue la comunicazione e, Marco, l’ultimo nato in famiglia, si occupa dello sviluppo di nuovi progetti. “I miei figli sono la forza propulsiva della Tago Ricambi” commenta Franco Tago. “Andrea ed Elena hanno sviluppato, da oltre cinque anni, una piattaforma e-commerce, HYPERLINK “http://www. tagomotocorse.com/” www.tagomotocorse.com , dedicata alla vendita di ricambi e accessori per moto super sportive. Inoltre, insieme a Marco, hanno rinnovato il nostro sito istituzionale, HYPERLINK “http://www.tago.it/” www.tago.it,. Qual è il segreto del vostro successo? “L’ambiente, l’aria che si respira entrando nel nostro punto vendita è un misto tra innovazione e tradizione grazie alla nostra storia di oltre trent’anni di attività. Tra i nostri 14 dipendenti, qualcuno è stato assunto a 16 anni ed è ancora qui. Per altri invece siamo stati una vera e propria scuola di formazione. Tuttavia, devo confessare che l’asso nella manica è mia moglie Graziella. Resta sempre nell’ombra, ma è lei che cura i miei mille ‘fuocherelli’ con professionalità e competenza e fa in modo che diventino progetti concreti”.

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