GIVI Magazine - Giugno 2013
10 sguardo oltre i vetri dell’albergo ci rende consapevoli del fatto che pioggia, freddo e vento caratterizzeranno questa giornata. Affrontiamo la sfida del tempo e, senza perderci d’animo, indossiamo le nostre tute anti-acqua e gli altri componenti impermeabili in dotazione. Qualche chilometro dopo la partenza siamo costretti a fermarci ad una stazione di servizio e ad attendere sotto la pioggia il nostro turno per il gonfiaggio delle gomme. Ieri, infatti, per aumentare la stabilità della moto nei tratti sterrati abbiamo provveduto ad abbassare la pressione in maniera piuttosto approssimativa. Riprendiamo la marcia sotto una pioggia insistente e nei lunghi rettilinei ci accorgiamo che, mentre acqua e freddo sono eventi controllabili, il vento (che arriva trasversalmente e sbilancia le moto) è l’elemento forse più pericoloso. Procediamo perciò a velocità ridotta e cerchiamo di contrastare la forza del vento spostando il peso del corpo sulla moto. Con il passare dei chilometri, anche quel particolare modo di guidare “a moto inclinata” diventerà quasi naturale. L’ora del pranzo ci sorprende in prossimità della località di Villa La Angostura, rinomata località di villeggiatura nei pressi del lago Nahuel Huapi. La nostra scelta ricade sui piatti tipici della zona: “bife del lomo” (filetto) e “trucha” (trota). Con il corpo riscaldato e lo stomaco soddisfatto dobbiamo ammettere a noi stessi di dover forzare la nostra volontà per risalire sulle moto e tornare in balia degli eventi atmosferici. La strada, che sulla mappa stradale veniva segnalata “in costruzione”, si rileva ben presto uno sterrato pieno di pozzanghere. Siamo costretti ad adeguare la nostra guida alle rinnovate condizioni ed a procedere ad una velocità rapida e costante per evitare che la ruota anteriore della moto affondi in qualche pozza di fango più profonda del previsto. La sosta presso le cascate Pichi Traful è una questione di qualche minuto soltanto. Ognuno di noi, battendo i denti dentro il casco, conta i chilometri che mancano ad arrivare a San Martin de Los Andes. GIORNO 6 Il sole splende alto sopra i nostri caschi ed anche l’ennesima coda alla stazione di servizio diventa l’occasione per un piacevole scambio di saluti con altri motociclisti in viaggio attraverso la Patagonia. Ripartiamo in gruppo e con la mano ben ferma sull’acceleratore raggiungiamo in breve tempo il ponte sul Rio Malleo. E’ un caratteristico ponte con base in legno, decisamente spettacolare da attraversare con le moto. La strada che si apre davanti ai nostri occhi è un concentrato di colori. Un terreno rossastro, quasi lunare, contrasta con l’azzurro del fiume che scorre a lato e che delinea un percorso di curve ben definito. E’ una strada che, a causa del suo spettacolo, distrae la guida e può indurre all’errore. Il pranzo ha luogo presso il paese di Alumine ed è l’occasione per assaggiare la famosa “pasta patagonica”. Prima di ripartire abbiamo modo di conoscere alcuni particolari aspetti del luogo attraverso le parole, ricche di dignità, di un meccanico di moto del paese. Raggiungiamo le rive del Lago Pulmari nel primo pomeriggio e con estremo stupore scopriamo quello che sarà uno dei luoghi più caratteristici del nostro viaggio: l’Hosteria Piedra Pintada. E’ una recente costruzione di legno e pietra, posizionata su una riva isolata del lago e dotata di camere con ampia visuale sul paesaggio circostante. L’albergo è estremamente isolato e ciò è dimostrato anche dal fatto che l’alimentazione proviene quasi esclusivamente da energia solare e da un generatore secondario di corrente che viene avviato solo nel tardo pomeriggio. La cena ha luogo presso una struttura in legno separata dell’hotel ed è l’occasione per assaggiare il famoso “cordero patagonico”, una sorta di agnello locale cucinato alla brace e particolarmente saporito. I ricordi di quella sera sono ben chiari nella mente di ognuno di noi. Le parole pronunciate intorno a quella tavola sono racconti di viaggio, piccole tecniche di guida, storie ed esperienze passate. E’ un gruppo di persone che ora comincia davvero a considerarsi unito e parte di una esperienza unica. Ognuno è consapevole che è in questo luogo per un motivo, e crede talmente nello spirito del marchio che qui rappresenta da sentirsi quasi parte integrante di esso. GIORNO 7 La mattina lasciamo la riva del lago Pulmari senza voltarci indietro e percorriamo quello che sarà l’ultimo tratto di strada sterrata del nostro viaggio. Le ruote sono costrette ad affrontare un nuovo tipo di terreno, più sabbioso del solito e con solchi profondi e marcati. Una strada che i primi giorni avrebbe potuto creare apprensione in alcuni di noi, ora viene THE EQUIPMENT THE ITALIAN SIGN OF MOTODESIGN
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