GIVI Magazine - Maggio 2016

L e primemotociclette appaiono nel Regno Unito nei primi anni del ventesimo secolo come elemento meccanico d’ausilio funzionale per sostituire i cavalli nelle mansioni lavorative. Non prima degli Anni 20 questi veicoli inizia- no ad acquisire i primi accenni distintivi sviluppando un carattere specifico, una certa identità. Uno dei primi personaggi che ne ha influenzato lo sviluppo è stato il gallese T. E. Lawrence (Lawrence d’Arabia) i cui viaggi a “gran velocità” in sella alla leggendaria Brough Superior (un’estrapolazione sul mercato motociclistico della classica Rolls Royce del tempo) hanno lasciato un segno importante nel corso degli Anni 30. La sua morte, causata da ferite alla testa riportate dopo un incidente mo- tociclistico, ha contribuito all’avvio degli studi sulla protezione del pilota. Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale avvenne la militariz- zazione dellemotociclette: nel Regno unito ne vennero prodotte più di 400.000 a fini militari (principalmente per lavori di comunicazione e collegamento). Un altro momento importante di questa storia è rappresentato dall’arrivo dei primi bikers vestiti in pelle nera, i quali, in rappresentanza del movimento anti sistema, trasformarono le loro moto in simboli di ribellione. Fu sempre in quegli anni che la leggendaria Tourist Trophy sull’Iso- la di Man visse il suo apice di popolarità: una corsa estremamente pericolosa (240 piloti morti in tutta la sua storia), in cui la “manipo- lazione meccanica” delle moto fu portata all’estremo e che perfino i Nazisti usarono a fini propagandistici durante gli Anni 40. Il fenome- no delle corse su strada non si ferma lì: questa febbre, in Inghilterra, si estende fino ai giorni nostri ed è protagonista nei dieci appunta- menti annuali in calendario, che attiranomigliaia di persone da tutto il mondo. Successivamente al loro disuso dopo la guerra, le motoci- clette diventarono un mezzo di trasporto molto accessibile ed eco- nomico, creando un vero boom nel Regno Unito durante i due de- cenni ’50 e ’60. Molti giovani furono influenzati da film come “Il selvaggio” di Marlon Brando e cominciarono a ritrovarsi in bar come il notissimo Ace Cafe di Londra. Così nacque il movimento delle “Cafe Racer” e i Ton Up Boys : motociclisti “rockettari” che correvano a gran velocità attraverso la parte nord di Londra e che personaliz- zavano le moto a loro piacimento (togliendo tutto ciò che non era necessario ad enfatizzare la velocità). La naturale evoluzione di questo movimento fu l’ascesa dei Mods che continuò fino all’inizio degli Anni 70: giovani che indossavano completi eleganti, guidavano scooter italiani durante il giorno e frequentavano locali durante la notte (gruppi rock leggendari come The Who e The Kniks hanno “frequentato musicalmente” questo movimento). L’aggressività e l’estrema ribellione, accoppiate al rap- porto di questi gruppi col mondo delle droghe, violenza e la “cattiva strada” sommersero il mondo della motocicletta in un’idea comune che, insieme ad altri fattori (come il fatto che il Giappone trovò il modo di produrre motociclette migliori con minori risorse, la man- canza di innovazione e l’estremo classicismo del settore) contribuì a far crollare vertiginosamente le vendite e rimosse le Due ruote dall’immaginario inglese per un po’ di tempo (sempre eccezion fatta per le gare per cui l’entusiasmo non è mai calato). La vendita delle motociclette in Inghilterra raggiunse un picco nel 1979, appena prima di iniziare una precipitosa caduta negli Anni 80, giustificata dalla crescita delle vendite di macchine usate (le quali, diventando sempre più economiche, abbassarono il valore delle moto come “mezzo di trasporto a basso costo”). Per quasi 10 anni il mercato visse il suo limite storico fino a recuperare terreno, alla metà degli Anni 90, proponendo una nuova e vincente immagine: la Givi Magazine May 2016 - Givi Dossier  35

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