GIVI Magazine - Novembre 2016
modo massiccio alla vita politica del Paese, dato che qui sono nati ben 17 presidenti della Repubblica. Popayan, che è stata fondata nel 1537 dai Conquistadores spa- gnoli, era in realtà un villaggio indio risalente a diversi secoli prima. Negli ultimi anni ha ricevuto diversi riconoscimenti dall’UNE- SCO per la propria gastronomia e per alcuni eventi come la Pro- cessione della Settimana Santa, ma l’occhio attento nota che la maggior parte dei palazzi sono di fattura recente, pur conservan- do lo stile coloniale. L’intera città è stata infatti quasi completa- mente rasa al suolo da un terribile terremoto nel 1983. Resta comunque un posto magico, pieno di vita e di giovani, i cui simboli sono senza dubbio la Catedral Basílica de Nuestra Seño- ra de la Asunción e il ponte Humilladero. 7° GIORNO – SABATO Oggi il gruppo deve percorrere gli ultimi 230 Km. Il tragitto è costellato da una serie infinita di curve magnifiche che accom- pagnano i viaggiatori fino al piccolo villaggio di Silvia, famoso per i suoi “pittoreschi abitanti”. In realtà sono membri delle tribù indigene che, specialmente il sabato, scendono in paese per il mercato, indossando i loro costumi tradizionali andini. Si tratta di persone generalmente molto timide e difficili da avvicinare, ma la vista di così tante moto tutte assieme gene- ra il loro una tale curiosità da ammorbidirne la naturale diffi- denza, e alla fine alcuni di loro si lasciano persino fotografare. Da Silvia il percorso della giornata riporta il gruppo a Cali, origine e destinazione di questo Andes Tour 2016. Come gran finale viene offerta una cena di gala, con tanto di costumi tradizionali in omaggio per tutti e un’esibizione di salsa organizzata dall’ufficio locale dell’associazione Pro Co- lombia. Domani si torna a casa. RINGRAZIAMENTI Joseph A Perucca - Promoter di GIVI EXPLORER Eccoci qui, questa meravigliosa avventura si è appena conclusa ma stiamo già lavorando sulla prossima: ogni anno alziamo l’asti- cella, e le sfide e le aspettative diventano sempre maggiori. Sia in corso di svolgimento della quarta edizione che al termine ci siamo chiesti: “Cosa possiamo fare di più?”. Sicuramente è un compito arduo: i paesaggi che abbiamo attraversato, le sfide affrontate, i problemi risolti sono probabilmente tutti replicabili in altre parti del mondo, con culture e lingue differenti. L’obiettivo ben più difficile che ci siamo posti e per un altro: quello di ricre- are nei prossimi viaggi lo stesso cameratismo e la spontanea nascita di nuove amicizie e legami senza barriere di cultura, lingua e abitudini. Questa volta avevamo 16 nazionalità, 8 lingue, culture e religioni diversissime tra loro, tutte amalgamate e tenute assieme dalla passione dell’esplorazione e dell’ignoto e unite da una comune passione per la libertà che solo le due ruote regalano. Questa è forse il più importante e brillante risultato del GIVI Andes Tour, tra l’altro perfettamente in linea con lo spirito di Givi come azien- da e come gruppo, che promuove ed impersona il gusto italiano per il design, la passione per l’innovazione e un grande amore per le due ruote. Tutte queste caratteristiche si fondono oggi all’interno di una Azienda veramente internazionale, che trae ispirazione e know how da differenti culture estendendo le proprie ali fino a coprire ogni angolo del globo. Concludo ringraziando personalmente tutte le persone che, come al solito, hanno lavorato duramente dietro le quinte affinché que- sto viaggio si trasformasse nell’ennesima epica esperienza. Fino alla prossima avventura… ride safe! 6) ANCHE QUANDO LA STRADA SEMBRA PORTARE AD UN PUNTO MORTO L’INVENTIVA DEI COLOMBIANI TROVA UN MODO PER FAR PROSEGUIRE IL VIAGGIO: IN QUESTO CASO UN VECCHIO TRAGHETTO A CAVO PERMETTE AL GRUPPO DI ATTRAVERSARE IL FIUME RIO CAUCA E CONTINUARE LA MARCIA SULL’ALTRA RIVA. 14 Givi Explorer Andes Tour
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