GIVI Magazine - Novembre 2017

Mitja Gustincic LO SCETTICO Mitja è un giornalista sloveno esperto motociclista. Al suo attivo ha centinaia di articoli usciti sull’editoria di settore e anche un paio di libri/ guide per moto- turisti. Per il trasporto dei bagagli, anche per brevi tragitti, il nostro collega utilizza valigie rigide e non ha mai nascosto la sua avversione per le borse morbide. Quale occasione migliore per cercare di fargli cambiare idea? Gli abbiamo spedito un set da viaggio pregandolo di fare uno strappo alla regola. Ecco com’è andata. Allora Mitja, com’è stato viaggiare senza le tue amate valigie rigide? “Rimango dell’idea che le valigie late- rali, in materiale plastico o in alluminio, rappresentino la scelta migliore. È vero, allargano l’ingombro della moto ma quando penso alle protezione (anche alle intem- perie) offerta al contenuto viaggio molto più tranquillo. Per essere onesto ho fatto anche un’altra riflessione: una “scatola rigida” è una “scatola rigida” e come tale non puoi spremere al suo interno più di quanto la forma accetti. E aggiungo che con il set che mi avete inviato, sulle strade meno sicure (fango, sterrati, pendii), ho trovato la guida decisamente meno pesante.” Nelle tue parole leggiamo una certa apertura… Dove hai provato le borse? Conoscendoti non crediamo che tu ti sia limitato a fare il giro dell’isolato. “Infatti. Ho studiato un pittoresco tour, che poi diventerà un articolo per il mio giornale, che dalla Slovenia mi ha portato in Albania, Grecia e Macedonia. Sono partito con una Suzuki V-Strom 650 che ho dotato delle borse laterali morbide GIVI UT808 con telaietti PL3112, della borsa da sella UT806 e della borsa da serbatoio Tanklock XS308.” Hai trovato difficoltà nel montaggio e nell’utilizzo? “Certamente bisogna fare le cose con attenzione. Tutto dev’essere ben posizionato e fissato con cura alla moto, facendo attenzione al terminale di scarico. Se fai bene i compiti sulla strada avrai zero problemi. Sono partito con la borsa da sella semivuota e nel corso del viaggio ci ho messo di tutto. Anche una cassetta di plastica piena di cipolle greche (eccellenti per fare insalate) e qualche melone... sopra la mia tuta antiacqua e un paio di maglioni. Ho apprezzato anche il tipo di materiale con il quale sono costruite le borse, che elimina l’effetto “collettore solare” delle rigide…” Dopo questa esperienza immagino che tu abbia anche qualche critica/consigli da far arrivare all’azienda. È così? “Le borse da me testate sarebbero perfette con un paio di asole o punti di fissaggio utili ad “afferrare” il tubo superiore del telaietto. In questo modo si ha la sicurezza che la borsa non si muova verso il basso con il rischio di toccare con il fondo il terminale di scarico. Durante questo viaggio ho percorso circa 3.700 chilometri con tem- perature spesso superiori ai 30 gradi. In questi casi è importante poter stivare correttamente una bottiglia d’acqua in plastica (da 0,5 a 1 litro). Nelle borse utilizzate non è previsto uno spazio ad hoc ma sono stato informato che le nuove linee “morbide” che GIVI presenterà ad ECMA sono state progettate con il sistema M.O.L.L.E. per l’aggancio di accessori vari. Ho trovato utilissima la borsa da serbatoio e la sto ancora utilizzan- do per le esigenze quotidiane. Seguo la strada utilizzando ancora le mappe cartacee e avrei preferito una finestra trasparente più grande, per evitare di rovinarle. Si tratta di un’ esigenza soggettiva ovviamente. Chi utilizza un tablet si troverà benissimo.” GIVI Magazine Novembre 2017 - Tech 41

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