GIVI Magazine - Maggio 2018

ANDREA ZAMBELLI Sei l’unico dei quattro a non aver frequentato la facoltà d’ingegneria. Formazione? Ho iniziato frequentando il Liceo Artistico a Mantova. Successivamente ho frequentato la LABA di Brescia. Tre anni di design, laurea e poi specialistica in Industrial Design & Research, sempre nella stessa sede. Ora sono in attesa di dare la tesi magistrale a luglio. Argomento della tesi? Un dispositivo medico per la fisioterapia. Purtroppo non siamo in ambito Automotive. Le tue mansioni in GIVI Attualmente sono ancora in stage, fino a fine luglio, ma sono già a tutti gli effetti coinvolto come designer su alcuni prodotti e accessori che usciranno per la nuova stagione; principalmente borse morbide. L’ingresso in azienda com’è stato? Sono rimasto piacevolmente colpito dall’ambiente stimolante e dal confronto continuo con i colleghi: il resto del teammi supporta e mi insegna come procedere. Ad esempio indicandomi, su certi dettagli, eventuali problematiche legate al comfort di utilizzo, ecc. Non guidi (ancora) una moto o uno scooter: quali sono le tue passioni? Tutto ciò che concerne il mondo del design (soprattutto l’ambito Automotive), lo sport in generale e il calcio in particolare, che pratico sin da bambino. La motoGP la seguo assiduamente. Ambizioni? Spero di continuare a lavorare in questa azienda. L’automotive è il settore di riferimento per me. Il design degli accessori per moto è molto interessante permettendomi di dare libero sfogo alla mia creatività. L’ evoluzione è ampia e si può fare molto. Nonostante la tua breve esperienza aziendale hai qualche idea sul come eventualmente migliorare la programmazione del lavoro nel reparto R&D? Per la mia formazione è importante lavorare in team da subito. Più punti di vista permettono di partire con il piede giusto. Cambiare idea a metà lavoro rallenta il progetto in corso. Quindi sono in linea con l’attuale politica. Quali prodotti hai contribuito a realizzare finora? La piastra universale in alluminio M9, a breve sul mercato. E poi una linea di borse morbide che uscirà nel 2019. ANDREA ROMAGNOLI Formazione Ho iniziato come geometra, mi piaceva disegnare. Poi la passione per moto, bici e il settore delle corse mi hanno portato a frequentare Ingegneria Meccanica. Mi sono laureato e ora sto dando gli esami per la magistrale in Automotive. Sono davvero bravi in facoltà e ci insegnano ogni aspetto della progettazione, grazie soprattutto ai vari progetti messi a disposizione come il Motostudent a cui ho preso parte. E qui in GIVI ho l’opportunità di metterlo in pratica. A cosa stai lavorando? Io e Francesco siamo più sulla carpenteria, quindi sulla progettazione degli attacchi per le borse morbide e rigide. Attualmente mi sto addentrando nella progettazione dei vari stampi . Quale metallo è utilizzato per gli attacchi? Dipende dagli utilizzi alla fine. La qualità del metallo è comunque alta e a questo si aggiungono i vari trattamenti tipo cataforesi, verniciatura, ecc. Ogni kit viene testato a lungo prima di arrivare sul mercato. Qual è la macchina più sofisticata utilizzata in carpenteria? Dal punto di vista dell’impatto visivo sicuramente le automazioni offerte dalle piegatubi automatiche. Anche il processo della saldatura robotica lascia a bocca aperta gli ospiti. Cosa ti piace del tuo lavoro? Avevo paura, entrando nel mondo del lavoro, di trovarmi seduto a una scrivania per ore e ore. Per fortuna in GIVI non è così. Qui ho la possibilità di vedere parecchi aspetti legati alla progettazione. Vengo sempre coinvolto nei vari progetti compresi quelli per le varie Case motociclistiche seguendo poi i processi produttivi. Ambizioni per il futuro? Sono molto contento di lavorare in ambito motociclistico! E’ davvero un sogno e vorrei continuare in questa direzione, magari nel settore racing. A proposito di moto. Qual è stata la tua prima “due ruote”? Un Malaguti Grizzly 50 all’età di 8 anni. Ho fatto gare di motocross nelle varie classi fino al secondo anno di università e poi non sono più riuscito ad allenarmi per via degli studi. UItimamente mi sono convertito alla stradale in pista: la mia attuale moto è una BMW S1000R. FRANCESCO PELIZZARI Alcune delle cose che mi ha raccontato Andrea valgono anche per te immagino. Si. Stessa università e identica formazione. Prima ho frequentato lo stesso Liceo di Paolo, senza esserne compagno di classe. A spingerti è stata la passione per la moto? Certo. Ma è anche stata una scelta lavorativa: nell’ambito automotive la figura dell’ingegnere meccanico è sempre ricercata. E poi c’è stato l’intermezzo del progetto Motostudent vero? Ha portato crediti preziosi? Si, un vero sogno. Costruire una moto da zero e vederla correre Givi Magazine May 2018 - Givi Inside  39

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