GIVI Magazine - Maggio 2019

l quadro, dal punto di vista del “mercato”, non è dei migliori, ma gli USA restano un territorio tra i più belli da percorrere in moto, grazie ad un’offerta, a livello di clima e natura, incredibilmente varia. Guardando la mappa degli Stati Uniti, si può suddividere il territorio in quattro grandi gruppi: Costa Est, Sud, Mid-west e Costa Ovest. Dal punto di vista puramente motociclistico andrebbero però aggiunte ulteriori suddivisioni, come le Montagne Rocciose (Colorado, Utah, Wyoming, Idaho e Montana), il Southwest (deserti al sud dello Utah, Nevada, Arizona e California) e il Pacific Northwest (stati di Washington e Oregon). Una volta suddivisi in questo modo, gli USA non sembrano più un continente immenso, difficile da inserire nella giusta prospettiva delle due ruote, ma un infinito parco giochi. In teoria, si potrebbero addirittura suddividere per destinazione d’uso: moto sportive e turismo veloce? Tutta la East Coast (New England, Connecticut, New York, Pennsylvania), le Smoky Mountains in Carolina e Tennessee, la California e il Pacific Northwest sono perfetti. Adventure ed endurone stradali? Southwest, Montagne Rocciose, California e Pacific Northwest sono l’ideale. Off-road puro? California, Nevada, Arizona, Colorado, Utah, Idaho, Oregon e Washington State sono il paradiso in terra. Cruiser e turismo tranquillo? Il Sud, la Florida (che non è considerata “Sud”), il Texas e tutto il Midwest offrono le condizioni ideali. Il passo successivo? Scegliere una destinazione in base al tipo di “ride” che si vuole fare e cercare una struttura in loco che noleggi le moto necessarie. Negli ultimi anni i piccoli tour operator si sono letteralmente moltiplicati in modo esponenziale, e praticamente in ogni angolo del territorio americano si trovano proposte affidabili e che non facciano troppo male al portafoglio. L’unica cosa da tenere sempre ben presente è la distanza: gli USA sono enormi; un Coast to Coast, solo andata, tocca quasi le 3.000 miglia (4.800 km) e l’intera Route 66 da Chicago a Los Angeles le 2.500 miglia (4.000 km). Questo per mettere tutto nella giusta prospettiva; anche un “piccolo” giro, da questa parte dell’Atlantico, richiede almeno una settimana e una media di 250/300 miglia al giorno. Tenetene conto. Ogni mercato ha caratteristiche proprie come parco moto e tipo di utilizzo, e gli USA non fanno eccezione. Nei primi mesi del 2019 la lista dei prodotti più venduti dalla nostra succursale GIVI USA conferma che i segmenti trainanti rimangono lo “Sport Touring” e l’”Adventure Touring”. I prodotti di maggior successo Oltreoceano sono la gamma di borse serbatoio Tanklock, i top case V47, le valigie laterali E22 e la gamma delle valigie in alluminio Trekker, Dolomiti ed Outback. Altri accessori continuano a vendere molto bene anche dopo anni dalla loro introduzione sul mercato, come i parabrezza regolabili della serie AirFlow o i bauletti Monolock E300 e Blade 37. E GLI ACCESSORI GIVI PIÙ APPREZZATI? CHI SONO I MOTOCICLISTI USA? Le cose sono ovviamente molto cambiate da quando il motociclista in America veniva visto come un ribelle. Marlon Brando ne “Il Selvaggio”. Peter Fonda e Dennis Hopper in “Easy Rider” sono ormai un ricordo sfocato, presente nella memoria di pochi appassionati. Molto più impatto, invece, ha avuto un film come “On Any Sunday”, un documentario uscito nel 1971 in cui appare a più riprese Steve McQueen, grande patito di moto e motori in generale. Quel film ha in pratica “messo in sella” un’intera generazione di americani, che per la prima volta hanno preso in considerazione non solo la moto, ma il suo utilizzo in fuoristrada, sfruttando i grandi spazi disponibili nei vari deserti di California, Nevada, Arizona e Texas. Da allora, qui si dice che “in ogni garage americano, infilata da qualche parte, c’è almeno una moto da fuoristrada”. Molto presenti, ovviamente, sono anche le custom e cruiser tipo Harley Davidson, non solo per motivi di orgoglio nazionale (che qui è un fattore molto importante) ma anche per un aspetto tipico della mentalità americana. In uno dei Paesi più popolati del mondo la gente è ancora molto sola, e non perde occasione per “fare gruppo” e sentirsi parte di una comunità. I gruppi di rider, tipicamente legati al mondo Harley e ai grandi raduni tipo Sturgis o Daytona Beach, sono quindi la ricetta perfetta: qui li chiamano “rally” e il concetto negli anni si è esteso ad altre tipologie di moto. I proprietari delle Honda Gold Wing si radunavano un tempo all’Honda Hut Rally, adesso invece vanno all’Americade a Lake George, NY. Gli appassionati BMW hanno i loro raduni regionali ed ogni anno si trovano al BMW MOA Rally (Motorcycle Owner Association), in una location sempre diversa per favorire un po’ tutti. In questo momento il segmento più in crescita del mercato USA è il cosiddetto Adventure Touring, e in pochi anni sono saltati fuori come funghi una miriade di rally dedicati alle maxi enduro e dual-sport. Allo stesso tempo sono nate associazioni no-profit come la BDR (Backcountry Discovery Routes) che tracciano percorsi fuoristrada in tutti gli USA in collaborazione con le autorità locali, e li promuovono poi attraverso speciali eventi, DVD e mappe realizzate ad hoc. Quello che manca davvero negli Stati Uniti è il motociclista che siamo abituati a vedere in Europa. La moto qui non è usata per muoversi nel traffico ma quasi solo come svago nel weekend. Sembra incredibile, ma sulle congestionate highway e interstate americane, in settimana si vedono pochissime moto. I motivi sono vari, tra cui la mancanza di parcheggi dedicati, la poca attenzione degli automobilisti (non abituati alle moto) che causano molti incidenti, e soprattutto il divieto, tranne in California e recentemente in Utah, di passare tra le macchine ferme in fila. In pratica una moto è paragonata ad un’automobile e come tale fa la coda, paga pedaggi e parcheggi, con il bello o brutto tempo. Non certo un incentivo a salire in sella ogni mattina per andare in ufficio... 32 Dossier 33 Givi Magazine May 2019

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