GIVI Magazine - June / Giugno 2023

Attraversiamo il parco percorrendo strade sterrate e, dopo una breve sosta ai lati del lago Futalaufquen, raggiungiamo la meta prefissata per il pranzo. Una rustica costruzione in legno dotata di una veranda che ben presto si rivelerà particolarmente adatta per un breve riposo pomeridiano. Da quelle comode amache in stoffa guardiamo con rispetto le nostre moto coperte di polvere. Risaliamo in sella forse troppo rilassati, ma i sassi (che qui costituiscono parte integrante della strada) ci ricordano ben presto di guidare in maniera concentrata. La strada risulta in alcuni punti particolarmente sconnessa e siamo quindi costretti ad aumentare l’equilibrio rimanendo in piedi sulle pedane e stringendo con le gambe i fianchi del serbatoio. Una tecnica di chiara derivazione off-road, ma che anche nella nostra situazione permette di aumentare sensibilmente la fiducia nella guida. Infatti è possibile controllare gli sbandamenti della ruota posteriore semplicemente con la forza delle gambe, senza far ricadere sul corpo ogni singolo brusco movimento della moto. La strada, sempre più polverosa e dissestata, ci conduce fino al ponte sospeso che collega le due rive del Rio Arrayanes. Lo attraversiamo a piedi ed approfittiamo di quel luogo per fissare nelle macchine fotografiche intensi attimi di allegria. Raggiungiamo il paesino di El Bolson nel tardo pomeriggio ed, in via precauzionale, parcheggiamo le moto sotto un’ampia tettoia. I dati meteo in nostro possesso preannunciano l’arrivo di un’imminente perturbazione. El Bolson è situata al centro di una valle ed è caratterizzata da una radicata tradizione hippie. Infatti, la sera del nostro arrivo, veniamo sorpresi da una festa organizzata nella piazza principale. GIORNO 5 La vista del cielo grigio di prima mattina non è confortante, e il semplice sguardo oltre i vetri dell’albergo ci rende consapevoli del fatto che pioggia, freddo e vento caratterizzeranno questa giornata. Affrontiamo la sfida del tempo e, senza perderci d’animo, indossiamo le nostre tute anti-acqua e gli altri componenti impermeabili in dotazione. Qualche chilometro dopo la partenza siamo costretti a fermarci ad una stazione di servizio e ad attendere sotto la pioggia il nostro turno per il gonfiaggio delle gomme. Ieri, infatti, per aumentare la stabilità della moto nei tratti sterrati abbiamo provveduto ad abbassare la pressione in maniera piuttosto approssimativa. Riprendiamo la marcia sotto una pioggia insistente e nei lunghi rettilinei ci accorgiamo che, mentre acqua e freddo sono eventi controllabili, il vento (che arriva trasversalmente e sbilancia le moto) è l’elemento forse più pericoloso. Procediamo perciò a velocità ridotta e cerchiamo di contrastare la forza del vento spostando il peso del corpo sulla moto. Con il passare dei chilometri, anche quel particolare modo di guidare “a moto inclinata” diventerà quasi naturale. L’ora del pranzo ci sorprende in prossimità della località di Villa La Angostura, rinomata località di villeggiatura nei pressi del lago Nahuel Huapi. La nostra scelta ricade sui piatti tipici della zona: “bife del lomo” (filetto) e “trucha” (trota). Con il corpo riscaldato e lo stomaco soddisfatto dobbiamo ammettere a noi stessi di dover forzare la nostra volontà per risalire sulle moto e tornare in balia degli eventi atmosferici. 8 Turismo

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