GIVI Magazine - Giugno 2011

17 Magazine - Giugno 2011 L’oro è quello della pietra leccese, rinomata per la sua bellezza ornamentale. Ma il Salento è un vero tripudio di colori. Lo abbiamo visitato per voi in sella alla Yamaha Fazer che i nostri accessori “da viaggio” hanno trasformato in tourer Il porto di Tricase, bellissimo e antico, con l’antico caicco dove siamo sta- ti ospiti, il Portus Veneris Per descrivere il bel percorso che ci ha portati in Puglia, questa volta a pren- dere la parola è la passeggera. Quella che – nel gergo motociclistico – viene spesso chiamata “la zavorra”. Stare sul sellino posteriore non è facile, bi- sogna soprattutto fidarsi di chi guida, perché non hai possibilità di decidere, né di commentare la guida: sei lì ferma con i tuoi pensieri ma negli occhi hai il paesaggio che ti scorre davanti e i diversi profumi che entrano nel casco. Ok, non guido, ma mi sento a pieno titolo una mototurista. Da “zavorra” mi sono goduta tutta la meravigliosa luce del Salento, riflessa nelle pietre di tufo dorato che, nell’arco della giornata, cambiava nouance dal giallo all’ocra; ancora, sono rimasta affascinata dai tramonti che in que- sta parte d’Italia sfumano in mare. Cosa mi è rimasto di questo percorso? Soprattutto la gente: “chiusa” fino a un attimo prima di un sorriso e di una calorosa stretta di mano. Poi ospitale, gentile, piena di calore e passione per queste coste e questo mare: ci hanno indicato luoghi poco noti, città da scoprire, pietanze da provare, calette, baie e grotte da esplorare, in un susseguirsi di litorali e scogliere, uliveti e campi coltivati, marine e ville settecentesche, il barocco leccese e le pievi sperdute nel territorio. LECCE Prima tappa del nostro viaggio nel Salento è Lecce, città unica e splendida; città di tufo, con chiese e palazzi che sono una meraviglia dell’architettura barocca. Se “capitate” a Santa Croce, però, non perdetevi una visita al suo interno, dove ogni statua, ogni altare, ogni fregio non è in marmo così come sembra, ma in cartapesta lavorata così magistralmente da sembrare pietra modellata da un artista. Lasciata la moto al limite del centro storico si può girare a piedi e scoprire meraviglie, nascoste dietro ogni angolo, fino al Duo- mo. La sua piazza è racchiusa come in un cortile, quasi sgomenta di essere così bella, e si apre in tutta la sua bellezza, allo sguardo ignaro del visitatore, superando la porta ad arco. Lasciamo Lecce e proseguiamo verso la litoranea, per scendere verso la punta estrema dell’Italia. Imbocchiamo la SP66 prima e poi la SP358 più nota come “panoramica”. Il paesaggio cambia velocemente: dai laghi Alimini, sabbiosi e immersi in una pineta, alla baia dei Turchi, un susseguirsi di rocce frastagliate in un mare di un limpido azzurro. Due luoghi che prece- dono il porto di Otranto, città antica, costruita su mura che si tuffano a picco e combattono ogni giorno con il mare. Città tanto amata negli ultimi anni dai turisti di tutto il mondo e che è stata “ripensata” anche da grandi architetti, fra cui Mario Botta. DA OTRANTO A SANTA MARIA DI LEUCA Continuando nel nostro percorso incontriamo alcuni meravigliose località, piccoli gioielli sull’Adriatico, luoghi con ancora i pescatori e le piccole barche pronte a uscire per la pesca notturna.

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