GIVI Magazine - Novembre 2011

“Il bauletto, nessun dubbio”. Quello che avrebbe voluto fare? “La coperta degli scooter. L’hanno fatta prima. Bravi”. Le segue ancora le corse? “Seguo il team di Cecchinello nella MotoGP. Siamo legati anche da amicizia e quando riusciamo ad avere un poco di budget finisce sulla carenatura della sua MotoGP. Ma sono soldi ben spesi. Ho sempre tantissima passione, ho le mie moto da corsa in azienda, una specie di piccolo museo. Peccato che non ho un museo delle valigie e dei bauletti che ho costruito. Adesso sarebbe difficile andarlo a rimettere insieme”. Ritorniamo alla prima domanda: come si correva ai suoi tempi? “Erano bei momenti… La Honda 125, sono stato il primo ad averla in Europa, pesava 118 kg tantissimo, se la MV di Spaggiari pesava 75 kg. Ho corso 12 anni, dal 1958 al 1969. Ho corso con Montesa, Mondial, ho avuto una sola moto ufficiale una Aermacchi e ho vinto con Mandolini una Sei Ore di Monza. E tante moto a prestito dagli amici. La Honda costava allora un milione e davano anche una cassetta di ricambi. I soldi non li avevo, ma c’era un appassionato di Brescia che mi ha sponsorizzato. Sono andato ad Amburgo in treno per recuperare la cassa in moto. Non sapevo come tornare. Ma sulla strada verso Brescia sono anche andato a correre, in Olanda a Tubergen. E’ andata così: ritiro la moto dalla nave al porto di Amburgo, vado in Honda a pagare e c’è un camioncino di uno svedese con tre moto. Va alla gara in Olanda. Gli chiedo se mi dà un passaggio, ma la mia moto non ci sta, abbiamo smontato tutte le moto per farci stare anche la mia. Un caos che non vi dico, alla frontiera i doganieri ci hanno lasciato andare per pietà. Dopo una notte di viaggio siamo alla gara. Niente mangiare, una bustina di the usata quattro volte, monto la moto ma non ho tuta di pelle o il casco. Chiedo a un motociclista olandese che era tre volte più grande di me se mi presta la sua tuta, e in qualche maniera mi presento al via. Non sapevo niente di questa Honda e ho chiesto consiglio a un altro pilota che ne aveva una uguale. E lui mi ha detto esattamente il contrario di quello che dovevo fare. Sono partito ultimissimo perché non riuscivo ad avviarla, spingevo, spingevo ma non c’era niente da fare: poi finalmente è partita. Sono arrivato al secondo posto, un paio di giri ancora e beccavo il primo. Dopo la gara sono andato da quel pilota poco simpatico. Alla fine siamo diventati amici e dall’Olanda mi ha portato sino al Brennero, dove mi hanno recuperato gli amici. Sono tornato a casa con la coppa e i soldi”. Si ricorda la sua prima corsa? “Diciotto anni, grande passione e niente soldi. A Brescia c’era un dentista che aveva una Laverda 100 e a Modena, in quello che era l’aeroporto, si correva il campionato cadetti 125. Era marzo, faceva un freddo cane. Quel dentista voleva venderla la Laverda e me l’aveva consegnata in officina per farla vedere a qualche cliente. Il sabato l’ho usata per andare a correre, senza dire niente . Pioveva grosso così nel viaggio e nelle prove. Addosso la tuta di pelle e niente da cambiarmi. Quando la sera mi sono tolto la tuta ero tutto nero del colorante della pelle che si stingeva sotto l’acqua. Faccio le prove: io con la Laverda 98 del dentista contro le Ducati 125. Non sono ultimo e faccio la mia gara. Il lunedì ho detto al dentista che non si riusciva a vendere a nessuno quella moto. Non glielo mai detto che avevo corso, avevo paura di vederlo, qualcuno glielo ha riferito, ma non si arrabbiò, anzi era anche contento che la sua moto avesse corso. Non ci siamo mai più visti. Niente soldi, mi divertivo tantissimo, ma spesso mi sono trovato a guidare con una moto sbagliata come una Mondial monoalbero che non andava nemmeno a spingerla. A 21 anni ho comprato una Ducati 125 usata, l’ho smontata, messa dentro una Fiat Topolino e andato alle gare in salita: vincevo, vincevo e guadagnavo da Fossati catene 50.000 lire a vittoria. Col Mondial sembrava di volare, ma non andava niente, con la Ducati andavo fortissimo e non mi sembrava mai di andare forte”. Intervista pubblicata su Motociclismo di ottobre 2011. Magazine - novembre 2011 29

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