GIVI Magazine - Aprile 2014

OLTRE LA VETTA Per ogni motociclista viaggiatore la Statale SS 38 dello Stelvio è una delle strade più affascinanti del mondo. Vista come punto di partenza e non di arrivo, è perfetta per scoprire nuovi e affascinanti itinerari alla scoperta della Valtellina. Un viaggio che abbiamo fatto in sella a una Yamaha MT-09 debitamente accessoriata L a Statale SS 38 dello Stelvio e dello Spluga è un veromito motociclistico, soprattutto nel tratto che va da Bormio al Passo dello Stelvio, a quasi 2.800 metri d’altezza. Quei luoghi, infatti, sono teatro di uno dei più importanti ra- duni motociclistici d’Europa, lo Stelvio In- ternational, che quest’anno raggiungerà l’invidiabile traguardo della 38esima edi- zione. Motociclisti da ogni dove si riuni- scono al culmine del Passo e percorrono le sue decine e decine di tornanti per conquistare la vetta. Non tutti, però, im- maginano quali bellezze e quali altre stra- de perfette per la moto nasconda la Val- tellina, della quale lo Stelvio rappresenta l’accesso più estremo, oltre che il valico più alto d’Italia. Entrare in Valtellina è possibile da diversi punti e questa valle rappresenta un vero crocevia per i motociclisti che arrivano dal Nord Europa o che vogliano dirigersi ver- so il Grande Nord attraverso la Svizzera. Il nostro viaggio parte dall’alto lago di Como, dove la Valtellina inizia con la Riser- va naturale Pian di Spagna e il Lago di Mezzola e da dove parte la SS 38 che sarà la nostra stradamaestra nella scoperta dei tanti gioielli che nasconde questo territo- rio. Il primo centro d’interesse èMorbegno che ci accoglie, pigra e soleggiata, per la prima tappa, puramente gastronomica: la Bottega storica Fratelli Ciapponi. Dopo aver scoperto e assaggiato uno dei for- maggi più famosi d’Italia , il Bitto tradizio- nale. lasciamoMorbegno e riprendiamo la SS 38 per poi dedicarci quasi subito alle vallate laterali che si aprono a Nord e a Sud della SS 38. Scopriamo la Val Gerola e ci addentriamo sulla strada che porta al Passo SanMarco, ma con in testa i raccon- ti di uno dei patriarchi della famiglia Ciap- poni torniamo velocemente sui nostri passi. Conoscere la storia della Valtellina attraverso le parole di Dario Ciapponi è davvero incredibile; ci accoglie seduto fuori dalla sua bottega, che detta così sembra un niente e invece è nel centro storico, con tre vetrine, stanze, cantine, luoghi che sembrano dimenticati come gli oggetti che vi sono custoditi: una bici di inizio secolo, un vecchio registratore di cassa giunto dagli Usa negli anni quaran- ta, un grandemacinino per i vari caffè che giungevano qui da tanti paesi stranieri. Zio Dario racconta che oggi: “il mio bitto va ovunque da Peck a Milano agli Usa e adesso tantissimi Russi giungono qui per assaggiarlo e ordinarlo”, un racconto lungo una vita di come si produce il bitto dalla selezione delle mucche agli alpeggi fino alle “scalere”, dove le forme vengono te- nute per la stagionatura da pochi mesi a oltre 10 anni. Per chi è amante degli sport all’aria aperta un’altra deviazione da non perdere è la Val Masino, non solo perché la strada poco trafficata che la percorre è un inno alla danza su due ruote, ma anche perché nasconde uno dei luoghi più rinomati al mondo per le specialità del free climbing e del bouldering. La strada scorre veloce sotto le ruote della nostra Yamaha MT-09 e ci riporta velocemente sulla SS 38 che ci guida verso Sondrio, centro nevralgico della valle. Non vogliamo però rischiare di finire nel traffico di questa città, per cui imboc- chiamo rapidamente la Panoramica dei Castelli e dei Vini, che unisce i comuni di Berbenno e Teglio. Quest’ultima è la patria Givi Magazine Aprile 2014 - turismo  17

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